Resto al Sud: cambiano gli incentivi per fare impresa nel Mezzogiorno

  • 26 novembre 2019

    Resto al Sud: cambiano gli incentivi per fare impresa nel Mezzogiorno

    Dall’8 dicembre anche under 46 e professionisti potranno accedere alla misura Resto al Sud per il sostegno alla nascita di nuove imprese nel Mezzogiorno.

    Con alcune modifiche alla normativa della misura Resto al Sud, la legge di Bilancio 2019 prima e il decreto n. 134/2019 poi hanno introdotto novità di grande impatto per chi è interessato alle agevolazioni a sostegno dell’autoimprenditorialità nel Mezzogiorno.

    Il bonus Resto al Sud, infatti, si allarga per includere una più ampia platea di beneficiari: l’età massima sale infatti da 35 a 45 anni, e nel novero dei richiedenti vengono inseriti anche coloro che svolgono attività libero-professionale ossia soggetti iscritti in ordini o collegi professionali nonché gli esercenti professioni non organizzate in ordini o collegi.

    Come cambia Resto al Sud

    Finora le agevolazioni sono state riservate ai giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni e residenti o disponibili a stabilirsi nelle Regioni del Mezzogiorno, cioè Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Molise, Sardegna e Sicilia, e a neo imprese già costituite negli stessi territori da giovani imprenditori dopo il 21 giugno 2017.

    Con le modifiche apportate al regolamento relativo alla misura, si allarga la platea dei beneficiari. L’agevolazione è ora rivolta ai soggetti di età inferiore ai 46 anni ed è accessibile anche ai liberi professionisti, sempre residenti o pronti a trasferirsi nelle Regioni target dell’iniziativa.

    Da una parte, con l’intervento sull’età anagrafica si punta a offrire un’opportunità a soggetti che hanno maturato competenze professionali significative nel corso della loro esperienza lavorativa in condizioni di precariato o di lavoro sommerso/irregolare, ma anche persone espulse dal mercato del lavoro a causa di crisi aziendali e di settore e con grandi difficoltà di ricollocamento.

    D’altra parte, l’estensione alle libere professioni vuole rispondere alle difficoltà di accesso al mercato del lavoro sempre più diffuse nel Mezzogiorno anche per i giovani professionisti, soprattutto con riferimento alle professioni legate al settore edilizio.

    Confermato l’impianto generale della misura: la manovra lascia intatta la copertura del 100% dei costi di avvio delle nuove iniziative imprenditoriali, per il 35% sotto forma di contributo a fondo perduto e per il 65% tramite finanziamento bancario assistito dal Fondo di garanzia per le PMI.

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