Confimi Industria Basilicata 2018, aggregare e far dialogare imprese

  • 23 gennaio 2018

    Se si esclude il contributo al fatturato regionale dato dall’industria dell’auto, della componentistica e dell’indotto nel settore Automotive in Basilicata le imprese regionali risultano ancora troppo frammentate e isolate tra loro.

    In base all’indagine condotta nel 2014 su un campione di imprese lucane dalla Banca d’Italia, fatturato, ore lavorate, occupazione reddito pro-capite sono tornati nel complesso in positivo rispetto agli anni della crisi. Tuttavia sarebbe sbagliato concludere che ciò dimostra una inequivocabile inversione di tendenza.

    I fattori trainanti della ripresa sono stati influenzati da comparti come l’estrattivo e l’Automotive, produzioni queste certamente rilevanti per l’economia lucana ma che riguardano ambiti esterni al tessuto produttivo regionaleLe imprese lucane continuano ad essere da troppo tempo penalizzate dalla mancanza di investimenti, infrastrutture, vie di comunicazione e dagli alti costi di gestione. Il tessuto produttivo regionale, dopo la significativa perdita di rilevanza della industria chimica e del distretto del mobile imbottito degli anni duemila fatica a trovare una propria identità, con il rischio di restare escluso dalle più remunerative sfide del mercato.

    Di cosa c’è bisogno per la competitività delle imprese lucane?


    In mancanza di investimenti corposi, con le ben note difficoltà di accesso al credito e il costo dei fattori produttivi, le imprese lucane devono trovare oggi una propria identità di mercato, che contribuisca a migliorare la gestione dei cicli produttivi interni all’azienda, ad attrarre investimenti e flussi di credito adeguati.

    Aggregazione e strutturazione delle imprese

    La mancanza di aggregati settoriali d’industria in Basilicata impedisce ai più promettenti comparti industriali (agricoltura, servizi, commercio, turismo e nuove tecnologie) di raggiungere quella massa critica che permette di sviluppare progetti e controllare efficientemente i cicli di produzione.

    La mancata aggregazione tra imprese è oggi il sintomo della mancanza di un centro di gravità decisionale e organizzativo, condizione fondamentali per avere politiche unitarie di sviluppo, un tempo appannaggio dello Stato.

    La mancata strutturazione della industria lucana porta con sé inevitabili costi in termini di competitività limitando la penetrazione sui mercati esteri delle produzioni lucane.

    Non si tratta solo di costi oggettivi (costo del lavoro e dell’energia, formazione e costi gestionali) ma anche costi in termini di tempi di produzione, aspetti gestionali e approvvigionamenti. Infatti può capitare che in mancanza di aggregati coesi e filiere controllabili anche la fornitura di un singolo componente può diventare un fattore di blocco o ritardo della produzione industriale.

    Agire per aggregare imprese e attrarre investimenti


    A questo punto bisogna intervenire sulla creazione di aggregati d’imprese, sulla loro strutturazione e la specializzazione in loco, visto che esperienza di delocalizzare alla ricerca di un basso costo della manodopera non si è rivelata una soluzione lungimirante.

    Certo è importante intervenire a livello nazionale con investimenti, dimunuzione del costo della componente energetica, con disponibilità di infrastrutture e più accesso al credito ma è soprattutto necessario che le imprese lucane sappiano fare delle proposte ricevibili, organizzarsi per esercitare un peso contrattuale, efficientare i propri standard produttivi e agire secondo una visione comune. Il tessuto produttivo lucano deve imparare ad esprimere un proprio potere contrattuale. Questo si ottiene sicuramente dalla forza data dal numero di associati, dalla aggregazione di volumi di produzione adeguati ai mercati, da un offerta continuativa, standardizzata, significativa e stabile.

    La Confimi Industria Basilicata vuole agire al fianco delle piccole e medie imprese e stimolare il tessuto produttivo nei comparti con potenzialità rilevanti: dall’alimentare al turismo, dalle nuove tecnologie all’economia sostenibile. Per questo Confimi oggi scegli di sostenere persone, progetti e imprese, vediamone alcuni:

    Il Progetto del Polo Biomedico Italian Medical Facility

    IMF è un raggruppamento di aziende che lavorano per creare un Polo Biomedico Hi-Tech in grado di offrire soluzioni medicali complete. Il Polo nasce dalla partnership tra Intellimed, Elettro-Lab e Tecnologie Sanitarie, aziende lucane e pugliesi attive nel settore biomedicale.

    Le aziende partecipanti si connotano per l’alto contenuto tecnologico nel settore bio-medicale, aggregando servizi in modo verticale. Confimi Industria Basilicata svolge ruolo di aggregatore e supporto per la fase di avvio e pianificazione delle attività del Polo Biomedico IMF.

    Il Progetto Retes

    Il Progetto Retes è finalizzato a individuare e realizzare interventi volti al risparmio energetico e l’adeguamento sismico del patrimonio edilizio in ambito produttivo e residenziale.

    Gli interventi realizzati tramite il Progetto Retes riguardano produzione di energia tramite fonti alternative e adeguamento anti-sismico allo scopo di renderli replicabili sotto forma di interventi predefiniti e replicabili. All’interno del Progetto Retes la Confimi Industria Basilicata svolge ruolo di aggregatore tra imprese e facilitatore per servizi di ingegneria e accesso al credito.

    Il Progetto Ecodesign – Ecoplen: l’economia circolare del polietilene

    Ecodesign rappresenta un virtuose esempio di filiera eco-sostenibile per la raccolta di rifiuti in polietilene e rinnovo del loro ciclo di vita.

    Questo progetto imprenditoriale di filiera, tramite la lavorazione di materiali di scarto, consente di restituire altri materiali, omogenei tra loro e riutilizzabili, ottenendone imballaggi rigidi, oggetti e manufatti rigenerati. Il Rilene® è il risultato della lavorazione e miscelazione dei polimeri, uno nuovo prodotto ottenuto dagli scart post-consumo che Ecoplen utilizza per la realizzazione di nuovi prodotti.

    Confimi Industria Basilicata sostiene il processo dell’economia circolare del progetto Ecodesign – Ecoplen lavorando alla verticalizzazione delle applicazioni e alla replicabilità di questo virtuoso modello di business.

    Progetto di valorizzazione della filiera del fungo Cardoncello

    Il Progetto nasce per incrementare produttività e competitività delle aziende lucane nella gestione della filiera del fungo Cardoncello. Questa specificità alimentare lucana interessa due imprese associate, il Gruppo IFE e Naturagri.

    Lo scopo del progetto è quello di fornire il prototipo di una efficace aggregazione nel raggiungimento di maggiori volumi di prodotto, qualità e continuità dell’offerta così di approdare su mercati che garantiscono maggiori marginalità e stabilità.

    Grazie ad una forte componente di innovazione tecnologica si vogliono attuare innovazioni produttive di medio e lungo periodo per arrivare a conservare e lavorare in modo ottimale un prodotto simbolo delle Basilicata. L’integrazione verticale della produzione vuole creare un marchio sotto il quale unificare tutto il ciclo di vita del prodotto, dalla materia prima al rapporto con la GDO attraverso volumi di produzione adeguati.

    Basilicata 2018


    Per farsi valere, le imprese lucane devono avere una strategia di settore e saper superare problemi di scarsa innovatività e scarsa strutturazione delle funzioni complementari.

    Come sottolieneato da Paolo Agnelli, Presidente nazionale di Confimi Industra, la Confimi Industria Basilicata lavora costantemente per aggregare e far emergere i bisogni delle imprese, cercando soluzioni e facendo conoscere possibilità, per favorire ove necessarie, integrazioni verticali e orizzontali, progetti e nuovi sbocchi di mercato. Confimi Industria Basilicata è anche sui Social!

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